Qual è il più grande errore con i bambini?

Pensare che debbano imparare tutto.

…perchè sanno già tutto.
Francoise Dolto, a proposito del “non detto”, affermava che in una famiglia bambini e cani sanno già tutto.

Pensare che i bambini debbano essere programmati, istruiti, riempiti di nozioni e “così si fa” è un grande errore che deriva dalla nostra presunzione di adulti. A sua volta, questa presunzione è lo schermo che ci siamo creati da adulti proprio per difendere quel bambino programmato, istruito, riempito di nozioni e “così si fa” che eravamo noi. La colpa di questo errore è in realtà una catena di colpe, che passa solo attraverso i nostri genitori e antenati, vittime loro stessi.

I poteri costituiti nella storia umana, siano politici come religiosi, hanno sempre combattuto contro l’autodeterminazione individuale e personale per imporre un controllo generale di massa. Allora, non solo a seconda dei regimi cambiano usi, costumi e modelli sociali di comportamento, ma anche crimini e peccati, paradisi e inferni. Basti pensare che se un cittadino uccide un altro cittadino viene giudicato dalla legge, ma se ciò accade dopo che è stato vestito di una divisa l’atto viene pienamente giustificato, spessissimo con la benedizione del leader religioso di turno.

Tale condizionamento funziona così bene che sotto la pressione di minacce più o meno inconsce, ma molte volte palesi e ben esposte, gli individui piegano il proprio libero pensiero e libero sentimento a ciò che vien desiderato dalle classi al potere. A ciò si aggiungano i condizionamenti che impone la riprovazione sociale e familiare: a casa mia fai quello che dico io… non farlo, altrimenti chissà cosa diranno di noi… Questo meccanismo funziona tanto a livello familiare che a livello statale. Perché possono apparire infallibili quanto vogliono i capi di stato o delle religioni, ma sono bambini condizionati anche loro.

La nascita di un bambino dovrebbe implicare solo un unico comportamento dovuto da parte dei genitori: mettersi in discussione. L’innocenza del sapere di un bambino è lo specchio delle lacune dell’adulto. Ciò che va fatto è osservare il bambino in relazione all’adulto che siamo diventati: in questo modo non solo riapriamo le porte a quel bambino che eravamo noi, che abbiamo lasciato dietro lo schermo delle nostre “certezze adulte”, ma consentiamo alla nuova generazione di esplorare i propri talenti e farli emergere. In tutta la loro potenzialità, senza limiti.

Ma… c’è un ma… i dolori che il noi-bambino ha dovuto sopportare, nascondere, occultare, soffocare. Nello Yoga Healing emergono addirittura traumi della nascita che si riverberano su tutta la nostra vita e castrano, come bonsai, i nostri figli. Il fastidio che danno i bambini è il nostro fastidio, emerge da noi, non viene da loro. Il più grande atto di coraggio verso la nostra stessa presunzione di adulti e la nostra unica salvezza è tornare indietro nel tempo e riprenderci per mano, bambini, là dove ci siamo permessi di abbandonarci. Questo atto di coraggio andrà a sanare il passato e aprirà il futuro dei nostri figli.